I Diritti dei cittadini: cosa fare se 10.000€ sono pochi ?

“Sono convinto che lanciare un sasso nello stagno può comunque dare inizio ad un numeroso nascere di cerchi…..”

Termina così la testimonianza di un lettore (di seguito riportata). Proviamo allora a far rimbalzare il sasso,  tornando su una tematica che potrebbe interessare molti cittadini: i limiti di indennizzo per gli edifici classificati come “A”, e vedendola sotto un differente punto di vista, nella speranza che qualcuno più esperto possa fornire un utile contributo ai nostri dubbi. Parliamo di “Diritti” o… altro.

Chi ha avuto un’abitazione rovinata da una calamita’ naturale, ha diritto ad un rimborso adeguato, sufficiente a ripristinarla la normale agibilita’, o le Ordinanze e Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri sono gli unici punti di riferimento in materia, che sanciscono  in maniera definitiva la legittimita’ dei cittadini ad ottenere o meno un rimborso o beneficio.

Cosa potrebbe fare un cittadino che, come la testimonianza che riportiamo, si trova nell’impossibilita’ o difficolta’ a ripristinare l’agibilita’ completa dell’abitazione. E’ un suo diritto avere un adeguato rimborso dallo Stato, quando ordinanze e decreti vari non sono adeguati? Indennizzo che non sia legato soltanto ad una lettera dell’alfabeto, ma valutato sui lavori necessariamente da eseguire, ed oggettivamente calcolati e stimati? O deve rassegnarsi perché i suoi Diritti sono completamente definiti dalle ordinanze emesse, nella speranza di ordinanze migliorative?

Ecco la testimonianza (lettera firmata)


Le racconto il mio caso. O meglio i casi di mio padre e di mia zia.
Possessori entrambi di case classificate “A”. Villette bifamiliari per le quali gli importi dei lavori superano di gran lunga i 10.000€ previsti dall’ordinanza e non ultimi i 2500€ euro per le parti comuni.

Non sto qui ad elencare le mille peripezie affrontate tra uffici comunali, com, dicomac alla guardia di finanza, imprese, ingegneri ecc. per capire come sbrogliare la matassa.

E’ stato richiesto, in base ad una perizia asseverata di un professionista, un secondo sopralluogo che purtroppo ha avuto lo stesso esito del precedente: “A”.
Del resto la classificazione che viene assegnata dalla Protezione Civile agli edifici riguarda solo la sicurezza dell’edificio e non la parte economica. Pertanto se una villetta necessita di ponteggi esterni (ventimila euro) necessari al rifacimento della facciata non e’ un problema della protezione civile che valuta solo l’agibilita’ della struttura.

Persone che hanno lavorato una vita con l’unico scopo di farsi una casa, di vedere i figli e i nipoti sistemati, e per lasciar loro in eredita’ qualcosa. Il valore del “mattone”! (oggi, forse, con il beneficio d’inventario)
Forse sono di parte, ma credo che tutto questo non sia giusto.
In una riunione tenutasi nella tendopoli di tempera a settembre, il sindaco Cialente ha dichiarato che tale situazione e’ stata gia’ segnalata agli organi competenti e che addirittura sono circa tremila le abitazioni “A” che superano gli importi previsti dall’ordinanza.
Lo stesso ingegnere che ha curato la nostra perizia ha tra i suoi Clienti molte persone con il medesimo problema.

La situazione attuale, e’ che per la ristrutturazione delle due abitazioni saranno necessari circa 50.000€ contro i 20.000€ previsti.
Non sappiamo come andare avanti. Presentare la domanda per l’importo necessario comportera’ che il Comune paghi soltanto il contributo previsto dall’ordinanza e per la differenza impegnarci con l’impresa che effettuera’ i lavori.

Non chiediamo ne’ un euro di più ne’ un euro di meno. Ma rimetterci anche dei soldi dopo tutto quello che abbiamo passato e’ veramente il colmo. Addirittura, in un impeto di indignazione, mio padre ha addiritura cominciato a scrivere e-mail al Dott. Bertolaso… Le lascio immaginare…
Nel frattempo, nelle due abitazioni, vivono, oltre ai miei genitori, i nuclei familiari di due delle mie sorelle ed il mio. Un totale di 16 persone che, un po’ accampate, tra crepe e spaccature, comunque cercano di andare avanti.

Continuerò a seguire le “pratiche” di mio padre e mia zia nella speranza che la situazione cambi, ma sono, purtroppo, poco ottimista in merito.

Sono convinto che lanciare un sasso nello stagno può comunque dare inizio ad un numeroso nascere di cerchi…..