LA DIFESA DI BOSCHI: COMMISSIONE GRANDI RISCHI NON TRANQUILLIZZO’ GLI AQUILANI

«Gli aquilani non potevano essere tranquillizzati dalle risultanze della riunione della Commissione Grandi rischi (Cgr) perchè il verbale non era ancora noto nei giorni immediatamente precedenti il sisma del 6 aprile 2009». È uno dei passaggi salienti dell’arringa difensiva dell’avvocato Marcello Melandri, primo a parlare nella due giorni di udienza dedicata alle difese del processo alla Cgr, organo scientifico della Presidenza del Consiglio, che è arrivato alle battute conclusive.

Melandri, uno dei principi del foro di questo processo, che assiste l’imputato Enzo Boschi, ha poi scaricato sugli articoli di stampa di quei giorni la responsabilità di aver passato alla popolazione informazioni sbagliate e rassicuranti.

Dopo Melandri parleranno l’avvocato Roberto Petrelli, difensore di Franco Barberi, ed Enzo Musco, che con Alessandra Stefano assiste Gian Michele Calvi. Nell’udienza di domani sarà la volta degli altri quattro difensori. Nella scorsa udienza c’è stata la requisitoria dell’accusa, i pm Fabio Picuti e Roberta D’Avolio hanno chiesto quattro anni di reclusione per tutti i sette imputati, accusati di omicidio colposo e lesioni personali colpose. La sentenza del giudice Marco Billi arriverà al massimo entro il 23 ottobre, dopo poco più di un anno dall’inizio di un dibattimento in aula condotto a tappe forzate con un’udienza a settimana.

La difesa di Barberi. «La commissione Grandi rischi doveva essere informata dal sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, che conosceva il territorio». Lo ha detto l’avvocato Roberto Petrelli, difensore di Franco Barberi, uno dei sette imputati del processo alla Commissione grandi rischi.


Come Marcello Melandri (difesa Enzo Boschi) ed Enzo Musco (che assiste Gian Michele Calvi con Alessandra Stefano), Petrelli ha chiesto l’assoluzione per il suo assistito, contestando la richiesta dell’accusa che è di quattro anni di reclusione. Domani parleranno gli ultimi quattro avvocati della difesa prima della sentenza del giudice Marco Billi.

da ilmessaggero.it